Quali sono i maggiori fattori di rischio cardiovascolare?
I fattori di rischio per il cuore sono di due tipologie: modificabili e non modificabili. Entrambi concorrono alla possibile insorgenza di malattie come infarti e ictus.
Fattori di rischio non modificabili
I fattori di rischio non modificabili sono quelli sui quali non si può agire direttamente, ma il cui effetto può essere attenuato grazie a buoni comportamenti e misure di prevenzione.
Età
L'età è un fattore cruciale nel determinare il rischio cardiovascolare. Con l'avanzare degli anni, il cuore e le arterie possono subire un naturale deterioramento, aumentando la probabilità di sviluppare malattie cardiache. L'infarto del miocardio è particolarmente frequente nei soggetti tra i 50 e i 60 anni, poiché la salute cardiovascolare tende a deteriorarsi con l'invecchiamento.
Sesso
Il genere gioca un ruolo importante nella predisposizione alle malattie cardiovascolari. Durante la giovinezza e l'età adulta, gli uomini sono più suscettibili all'infarto e all'arteriosclerosi rispetto alle donne. Tuttavia, con l'avanzare dell'età e l'arrivo della menopausa nelle donne, il rischio cardiovascolare tende ad equipararsi tra i due sessi.
Familiarità
Secondo le attuali conoscenze scientifiche, la predisposizione alle malattie cardiovascolari non può essere attribuita a un singolo gene, ma piuttosto a una combinazione di geni. Di conseguenza, determinare l'influenza della familiarità sulle malattie cardiache non è un compito semplice.
Lo studio Interheart, pubblicato su The Lancet, ha calcolato che se uno dei genitori ha avuto un evento cardiovascolare, questo fattore di rischio contribuisce solo all'1% del rischio complessivo di ammalarsi. Questo è un valore molto basso. Tuttavia, ricerche più recenti hanno raggiunto conclusioni diverse. Secondo gli esperti, la presenza di parenti stretti affetti da malattie cardiache sembra aumentare significativamente il rischio: ad esempio, il rischio sembra raddoppiare per i fratelli a causa di stili di vita simili e di una predisposizione genetica comune.
La malattia coronarica è considerata un "elemento aggregante familiare" quando si verifica con una frequenza maggiore rispetto a quanto precedentemente stimato, specialmente se l'infarto o l'ictus si verificano in giovane età. Inoltre, il rischio sembra aumentare ulteriormente con il numero di familiari colpiti. Tuttavia, è importante sottolineare che il concetto di familiarità viene spesso frainteso, causando preoccupazioni non necessarie. La familiarità con la coronaropatia si riscontra nei figli di genitori che hanno avuto un evento cardiaco prima dei 55 anni (per il padre) o prima dei 65 anni (per la madre), ma non sempre è possibile ottenere una storia medica completa dei genitori.
Se si può escludere con certezza una coronaropatia nei genitori, allora si può escludere una predisposizione familiare nei figli. Tuttavia, se ci sono stati eventi cardiaci confermati nei genitori, la probabilità di una predisposizione familiare è stimata tra il 40% e il 60%. È importante notare, però, che anche se la familiarità aumenta il rischio cardiovascolare indipendentemente da altri fattori, non significa necessariamente che i figli svilupperanno malattie cardiache. Gli eventi familiari dovrebbero essere considerati come un avvertimento per adottare misure preventive fin dalla giovane età, anziché come una sentenza definitiva.
Menopausa
Il rischio cardiovascolare varia tra donne e uomini e il sesso stesso rappresenta un fattore di rischio significativo. Gli uomini hanno naturalmente una pressione sanguigna più elevata e una frequenza cardiaca maggiore, rendendoli più suscettibili alle malattie cardiovascolari. Per le donne, il rischio cambia durante diverse fasi della vita: durante gli anni fertili, gli estrogeni, prodotti regolarmente durante il ciclo mestruale, offrono una protezione al cuore e ai vasi sanguigni.
Tuttavia, durante la menopausa, la produzione di estrogeni diminuisce e il rischio di malattie cardiovascolari aumenta significativamente, riducendo le differenze di rischio tra i generi fino a scomparire del tutto. Questo fatto porta a una situazione paradossale: sebbene le donne abbiano una minore incidenza di malattie cardiovascolari fino alla menopausa, sono svantaggiate sia nel controllo dei fattori di rischio modificabili, a causa di una minore consapevolezza del problema, sia nella diagnosi tempestiva di eventuali malattie, che può avvenire con ritardo. Inoltre, gli studi epidemiologici sulle malattie cardiovascolari nelle donne sono stati avviati in ritardo rispetto a quelli sugli uomini, limitando le nostre conoscenze scientifiche.
Le donne anziane, durante il periodo di maggiore vulnerabilità cardiovascolare, rappresentano una parte significativa dei pazienti nella popolazione generale, sottolineando l'importanza di promuovere una cultura della prevenzione cardiologica specificamente rivolta alle donne al fine di sensibilizzarle su questo tema critico.
La carta del rischio cardiovascolare
L'Istituto Superiore di Sanità ha sviluppato la carta del rischio cardiovascolare, una serie di tabelle progettate per calcolare il rischio individuale di subire un evento cardiovascolare maggiore (come infarto e ictus), sia fatale che non fatale, nei successivi 10 anni. Questo strumento è destinato a persone tra i 40 e i 70 anni che non hanno ancora avuto tali eventi. La carta del rischio è disponibile sia per i medici di base che per il pubblico online.
Per utilizzare la carta, è necessario fornire alcuni dati personali, tra cui età, sesso, livelli di glicemia, colesterolo totale e HDL (che richiedono un recente prelievo di sangue), e la pressione arteriosa massima. È inoltre importante indicare se si segue una terapia antipertensiva, se si è diabetici e se si è fumatori.
Con questi dati, il programma fornirà una valutazione del rischio cardiovascolare nei successivi dieci anni, con tre possibili risultati: lieve, moderato o severo. Questa valutazione aiuta a identificare precocemente le persone a rischio e a guidare l'adozione di misure preventive appropriate per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi.
Fattori di rischio modificabili
I fattori di rischio modificabili sono invece quei fattori su cui l’ambiente e lo stile di vita possono influire direttamente, sia in senso positivo che negativo. Ovvero:
Ipertensione arteriosa
L'ipertensione, o pressione alta, è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Quando la pressione del sangue supera i valori normali, il cuore deve lavorare più duramente per pompare il sangue attraverso le arterie, aumentando il rischio di danni alle arterie stesse e di eventi cardiaci.
Ipercolesterolemia
Un livello elevato di colesterolo nel sangue può portare alla formazione di placche nelle arterie, ostacolando il flusso sanguigno e aumentando il rischio di infarto e ictus. La gestione del colesterolo attraverso una dieta equilibrata e uno stile di vita sano è fondamentale per ridurre questo rischio.
Diabete
Il diabete, in particolare il tipo 2, è strettamente correlato all'aumento del rischio cardiovascolare. L'alta concentrazione di zuccheri nel sangue può danneggiare le pareti delle arterie e contribuire allo sviluppo di aterosclerosi, aumentando il rischio di complicazioni cardiache.
Obesità/sedentarietà
L'eccesso di peso corporeo e uno stile di vita sedentario possono aumentare significativamente il rischio di malattie cardiache. L'obesità mette una maggiore pressione sul cuore e può portare a condizioni come ipertensione e diabete, che a loro volta aumentano il rischio di eventi cardiaci.
Fumo
Il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari. Le sostanze chimiche presenti nel fumo danneggiano le pareti delle arterie, aumentano la pressione sanguigna e aumentano il rischio di formazione di coaguli di sangue, predisponendo così a infarti e ictus.
Eccesso di alcool, eccesso di stress
Il consumo eccessivo di alcool e lo stress cronico possono anche contribuire al rischio cardiovascolare. L'eccesso di alcool può aumentare la pressione sanguigna e danneggiare il cuore, mentre lo stress costante può influenzare negativamente la salute cardiaca, aumentando il rischio di eventi cardiaci.
Conclusioni
La prevenzione delle malattie cardiovascolari richiede un approccio globale che tenga conto di entrambi i fattori di rischio non modificabili e modificabili. Adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, l'esercizio fisico regolare, evitare il fumo e moderare il consumo di alcool, può ridurre significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Inoltre, è importante monitorare regolarmente la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e il controllo del diabete per identificare precocemente eventuali problemi e intervenire tempestivamente. Con una combinazione di prevenzione primaria e gestione attiva dei fattori di rischio, è possibile mantenere la salute del cuore e delle arterie nel lungo termine.