Ecocolordoppler delle carotidi: cos’è e quando farlo
Elevato potere diagnostico e nessuna invasività: questi i due pinti di forza dell’ecocolordopler carotideo, esame sempre più richiesto da specialisti e medici di base.
Vedremo insieme nelle prossime righe di cosa si tratta e a cosa serve.
Ecocolordopler delle carotidi: a cosa serve?
Si tratta di un macchinario composto da particolari sonde ecografiche atte a studiare l’apparato cardiovascolare, più in particolare il flusso di sangue che scorre nei vasi del paziente.
Grazie a questo macchinario, senza necessità di contrasto, il medico specializzato potrà valutare se la carotide è pervia oppure no.
Ciò che più frequentemente viene individuata è una stenosi, ossia un punto in cui il vaso si restringe e fa passare meno sangue.
In questo caso un trattamento anche di livello chirurgico potrà essere risolutivo.
Oltre alla stenosi si potrebbe individuare grazie all’ecocolordopler anche la presenza di placche ateromasiche che altro non sono che vere e proprie incrostazioni delle pareti interne delle carotidi. La rilevazione di tali placche è molto frequente in corso di questo esame specialmente nei pazienti anziani, ma in genere non provocano alcun restringimento, cioè alcuna stenosi.
Se la placca invece presenta un’ostruzione del vaso di oltre il 70%, il pericolo per il paziente diventa davvero importante in quanto, senza alcun sintomo, si potrebbe presentare un ictus celebrale.
Ecocolordopler carotideo: quando farla
Non esisterebbe praticamente nessuna indicazione a questo esame, anche in presenza di fattori di rischio, per pazienti di età inferiore a 40 anni. Nella serie personale (circa 20.000 esami eseguiti) non è stata rilevata alcuna stenosi ateromasica severa (=>al 70%) in pazienti in età giovanile (sotto i 40 anni).
Sono state rilevate solo poche stenosi serrate giovanili (a 48-50 anni), ma in pazienti con plurimi fattori di rischio in cui, comunque, il fumo di sigaretta è sempre il comune denominatore.